venerdì 2 dicembre 2011

Recensione: Scritto sul corpo

Autore: Jeanette Winterson
Titolo: Scritto sul corpo
Prezzo: 9,50 € (fuori catalogo)
Editore: Mondadori
Pagine: 210
Il mio voto: 3 segnalibri e mezzo

Trama

Una storia d'amore e una meditazione sul corpo, nella sua concretezza fisica e come deposito di sentimenti ed emozioni. Oggetto d'amore è una donna sposata, protagonista invece un narratore il sui sesso non viene mai specificato: una voce che riflette e racconta, la passione, l'eros, la differenza sessuale,la perdita, parlando contemporaneamente al maschile e al femminile.  


La mia recensione

Il corpo è la frontiera che si può violare.

Esistono due tipi di libri. Quelli da divorare in un sol boccone, le cui pagine vengono sfogliate febbrilmente dalle nostre dita, affamate di parole, di storie, di emozioni. E poi ci sono quei libri da sorseggiare, come un tè caldo alla cannella, per poterne assaporare tutte le sfumature, gli odori forti, i colori caldi e avvolgenti. 
Scritto sul corpo narra una storia da consumare lentamente e responsabilmente, perché ci si imprima a fondo dentro, nell'anima. Quando lo si legge è impossibile non ritrovarsi a sollevare lo sguardo dalle righe, per qualche secondo, ricordando frammenti di vita passata quando anche noi, come l'io del romanzo, abbiamo provato la passione per il corpo di qualcuno, per le sue mani, per i suoi capelli, per il suo caldo respiro. Jeanette Winterson, grazie ad un utilizzo egregio del linguaggio, non ci permette di capire quale sia il sesso di chi narra, permettendoci però al contempo di calarci del tutto nella parte, facendoci immedesimare talmente tanto che presto il corpo di Jacqueline e la chioma fiammeggiante di Louise diventano il corpo e la chioma della persona che amiamo, che abbiamo amato.
Le parole, scelte con gran cura dall'autrice, sono la forza del libro, la caratteristica più importante. La storia narrata, infatti, è molto semplice e lineare, delicata e completamente priva di colpi di scena.
I protagonisti non sono, come in un qualunque libro, un uomo e una donna. I protagonisti sono i sentimenti, l'amore, viscerale, carnale ma anche sensuale e romantico, la passione, l'eros, la possessività.
Il corpo è eletto a massimo esponente della possessività, al limite quasi dell'ossessione:
"Ho cercato di scacciarti dalla mente ma sembra proprio che io non riesca a scacciarti dalla carne. Penso al tuo copro giorno e notte. Quando cerco di leggere, leggo di te. Quando mi siedo a mangiare, mangio te".
O ancora:
"Scritto sul corpo c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce; quello che si è accumulato nel corso di vita si ritrova lì. In certe parti il palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come fosse scritto in braille. [...] Non sapevo che Louise avesse mani capaci di leggere. Mi aveva tradotto nel suo libro personale".
L'ultima parte del romanzo, che comprende le ultime cinquanta pagine più o meno, è la parte più difficile e pasante da digerire, metabolizzare, somatizzare. La vita, la passione, l'ossessione, lasciano spazio alla malattia e alla morte. Il linguaggio si tinge di sfumature macabre, quasi oscure, e compaiono i riferimenti all'anatomia del corpo, al sangue, alle cellule, all'epidermide. Un senso di inquietudine si impossessa dell'io narrante e, attraverso immagini dettagliate dell'anatomia umana, trafigge il lettore e si posiziona, pesante come il cemento, proprio sul cuore.
Un libro che, per essere apprezzato, va letto nel periodo giusto, quando si ha un po' di nostalgia che gratta le pareti del nostro cuore.

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