mercoledì 30 maggio 2012

Recensione: Dark Shadows. La maledizione di Angelique

Autore:Lara Parker
Titolo: Dark Shadows. La maledizione di Angelique
Prezzo: 9,90 €
Editore: Tre60
Pagine: 442
Il mio voto: 1 segnalibro e mezzo

Trama

New England, 1772. ColIingwood Manor, la tenuta più lussuosa del Maine, è il regno di Barnabas Collins. Rampollo di una ricchissima famiglia di armatori, il giovane passa il suo tempo tra banchetti sfarzosi, bevute con gli amici e serate galanti con bellissime donne. Almeno fino al giorno in cui il suo sguardo incrocia quello di Angelique Brouchard. un'enigmatica e sensuale ragazza originaria della Martinica, isola di misteri e leggende. Tuttavia la loro felicità dura ben poco, perché Barnabas, incorreggibile seduttore, non riesce a tenere a freno i propri istinti e tradisce la giovane che, follemente innamorata di lui, gli giura una terribile vendetta. Angelique, infatti, non è una donna qualsiasi: esperta nell'arte della magia nera, e diventata immortale dopo aver offerto la propria anima alle tenebre, avrà la sua rivalsa condannando Barnabas alla dannazione eterna, trasformandolo in un vampiro. Le loro esistenze saranno così unite per sempre, nell'odio... e nell'amore.

La mia recensione

Ombre oscure sì... ma di noia

Ho acquistato Dark Shadows in vista dell'uscita, nelle sale cinematografiche, dell'omonimo film di Tim Burton. Purtroppo, però, non mi sono documentata approfonditamente prima di cliccare il tasto "aggiungi al carrello" su Amazon. Se lo avessi fatto mi sarei certamente risparmiata non solo una brutta lettura, ma anche il peso di dover scrivere una brutta recensione.

Ho appreso solo dopo aver iniziato la lettura, infatti, che Lara Parker in realtà non è una scrittrice. Dark Shadows nasce, in verità, non come un libro ma bensì come una soap opera andata in onda negli Stati Uniti nel 1966 ottenendo, tra le altre cose, un clamoroso successo. La soap, infatti, fu rinnovata per ben cinque stagioni e trasmessa fino al 1971. Dato il successo, dalla soap furono tratti diversi film e spin off e Lara Parker, in un film del 1971, interpretò il ruolo della bella Angelique, protagonista indiscussa (e vedremo successivamente perché "indiscussa") di questo romanzo.
Il libro, come l'autrice stessa ci tiene a precisare in una nota presente in fondo al romanzo, non racconta esattamente le vicende della soap (e meno male!), ma consiste piuttosto in una sorta di approfondimento del personaggio di Angelique. La serie tv, infatti, ruotava intorno alla vita di un altro personaggio: il vampiro Barnabas.
La storia inizia con il ritrovamento da parte di Barnabas di un diario personale, diario appartenuto appunto ad Angelique. Come se il lettore leggesse le pagine di quel diario insieme a Barnabas, l'autrice ci racconta la vita della ragazza partendo da quando era solo una bambina.

martedì 22 maggio 2012

Sfida di letture A-Z

Sempre peggio la mia triste situazione della sfida di letture A-Z. Ricordo che lo scopo consiste nel leggere almeno un libro di un autore per ogni lettera dell'alfabeto (cognome, ovviamente) dall'inizio dell'anno, senza procedere necessariamente in ordine alfabetico (ognuno sceglie i libri e l'ordine di lettura che preferisce). Ovviamente è necessario evitare di imbarcarsi nella lettura di autori il cui cognome inizia per una lettera che abbiamo già spuntato. Ma non nel mio caso... Ho quasi una predilezione per i doppioni! Aggiungo tre lettere, due delle quali ce le avevo già.


A
B
D
E
Doppioni:
Qualcuno di voi colleziona doppioni come me?

lunedì 21 maggio 2012

Recensione: Pesca al salmone nello Yemen

Autore: Paul Torday
Titolo: Pesca al salmone nello Yemen
Prezzo: 16.50 €
Editore: Elliot
Pagine: 256
Il mio voto: 3 segnalibri e mezzo

Trama

Alfred Jones, un oscuro e timido ittiologo londinese che lavora per l’ente statale di tutela della pesca, viene incaricato da un ricchissimo sceicco yemenita di collaborare al progetto di introdurre il salmone tra le aride montagne dello Yemen. Alfred, consapevole dell’assurdità del progetto in questione, all’inizio rifiuta, ma poi viene esortato ad accettare l’incarico – pena il rischio di licenziamento – dai suoi superiori, e quindi addirittura dal portavoce del primo ministro inglese, convinto in questo modo di poter sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle tensioni della guerra in Iraq. Così Fred viene trascinato controvoglia in quest’impresa bizzarra e apparentemente impossibile insieme al carismatico e visionario sceicco e alla sua giovane assistente Harriet. È solo l’inizio di una serie di avventure e disavventure esilaranti e tragicomiche che lo vedranno protagonista tra politici spregiudicati, terroristi islamici, nazionalisti scozzesi, pescatori lobbisti e dubbi sentimentali: Alfred, infatti, partirà per lo Yemen lasciandosi alle spalle un noioso matrimonio senza amore e molte delle certezze che lo hanno guidato fino a quel momento della sua vita. 

La mia recensione

Ciak, si gira. Nello Yemen!

Non conoscevo Paul Torday il quale, invece, pare sia parecchio affermato in Inghilterra, suo Paese d'origine. Terminata la lettura ho subito fatto qualche ricerca e ho notato, con immenso piacere, che la Elliot ha pubblicato diversi suoi libri che, manco a dirlo, sono  tutti stati inseriti (immediatamente!) nella mia lista desideri, ormai talmente lunga da occupare ben 15 pagine su aNobii. 
Ho scoperto questo libro per caso, attirata dall'azzurro sgargiante della copertina e dal titolo bizzarro: Pesca al salmone nello Yemen. Le mie conoscenze ittiche erano, come tra l'altro lo sono ancora, pressappoco nulle e, per questo motivo, non ero in grado di stabilire quale fosse il clima ideale per allevare i salmoni.
Ma, nonostante questo, ero praticamente certa che nello Yemen non ci fossero allevamenti di salmoni, né che la pesca di questi fosse anche solo possibile. E, da un certo punto di vista, avevo ragione. Prima, chiaramente, di incontrare l'ittiologo Fred Jones e lo sceicco dal nome impronunciabile Muhammad ibn Zaidi bani Tihama.
Paul Torday ci racconta una storia stramba, ai limiti del paradossale, e lo fa con una ventata di puro humor britannico. Umorismo che rimane però leggero, delle volte appena percepibile e che non regala mai una vera e propria risata ma, più che altro, un timido sorriso. L'argomento, infatti, viene trattato con molta serietà ed è sempre più chiaro, pagina dopo pagina, che l'autore ha compiuto diverse ricerche anche approfondite prima di scrivere questo libro. Ma non preoccupatevi, l'autore ha pensato proprio a tutto, compreso un piccolo glossarietto, accurato e divertente, dedicato a chi, come me, non sa proprio nulla della pesca.

venerdì 18 maggio 2012

In libreria

Nelle librerie da Aprile ma senza nessun tipo di pubblicità. L'ho scoperto per caso, mentre aspettavo un mio amico ritardatario alla Stazione Termini passeggiando per gli scaffali della ben organizzata Borri Books. Devo essere onesta, mi ha incuriosita parecchio nonostante, purtroppo, nel titolo italiano non sia stato mantenuto il gioco di parole del titolo originale "The Sisters Brothers"(letteralmente "I fratelli Sorelle").
Si tratta, tra l'altro, di un autore emergente perché questo è il suo secondo romanzo.

Titolo: Arrivano i Sister
Autore: Patrick De Witt
Editore: Neri Pozza
Pagine: 272
Prezzo: 17,00 €
Data di pubblicazione: 26 Aprile 2012

Trama


Herman Kermit Warm morirà. Lo ha deciso il Commodore, personaggio enigmatico e potente di cui nessuno conosce il vero nome. I suoi due scagnozzi, i fratelli Eli e Charlie Sisters, sono come sempre pronti a scattare sull'attenti e a occuparsene. Charlie ama il whisky, e ammazzare qualcuno è una faccenda che non gli dispiace affatto; a Eli accoppare il prossimo, invece, non va tanto a genio, ma nella vita non ha mai saputo fare altro. Questa volta però la preda è un osso duro. Herman Kermit Warm ha in concessione una miniera d'oro vicino a Sacramento e ha tutta l'aria, stando almeno alle descrizioni del Commodore, di non rinunciare così facilmente alla sua pellaccia. Da Oregon City la via per Sacramento non è, infine, così agevole e vicina. Il viaggio si rivela per i Sisters Brothers una vera e propria odissea che mette a dura prova i cinici principi di Charlie e la sensibilità di Eli. Sulla strada per Sacramento i due fratelli incontrano un uomo che piange senza sosta, una ragazzina intenta ad avvelenare un cane, un gruppo di prostitute truccate e vestite di pizzi e crinoline, una strega, un orso, un indiano morto, una banda di cacciatori di pellicce, un dentista di frontiera che offre una strana e sconosciuta pasta da mettere sui denti per pulirli, una tisica tenutaria d'albergo di cui Eli si innamora perdutamente. I due temuti killer, il cui nome risuona sinistro nelle valli del West, i Sister Brothers, arrivano a Sacramento così stremati da nutrire dei dubbi sulla loro missione, sul loro committente, il crudele e misterioso Commodore, e persino sui principi che hanno ispirato la loro condotta di vita.

L'autore 

Patrick De Witt è un autore Canadese. Nato sull'isola di Vancuver nel 1975, ha vissuto anche in California e a Washington. 
Il suo primo romanzo "Ablutions" (non ancora pubblicato in Italia), pubblicato nel 2009, è stato nominato dal New York Times Editors' Choice.  
Nel Novembre 2011 si è aggiudicato il Roger Prize e il  On November 1, 2011, he was announced as the winner of the Rogers Prize  e il Canada's 2011 Governor General's Award.

martedì 15 maggio 2012

Recensione: Il caso Jane Eyre

Autore: Jasper Fforde
Titolo: Il caso Jane Eyre
Prezzo: 15 €
Editore: Marco y Marcos
Pagine: 384
Il mio voto: 4 segnalibri e mezzo

Trama

È un 1985 diverso, in un mondo dove i libri sono il bene più prezioso. E i confini tra realtà e fantasia sono più morbidi del consueto. Mycroft, vecchio inventore, escogita un sistema per entrare di persona in romanzi e poesie. Acheron Hades, criminale diabolico, se ne appropria e rapisce "Jane Eyre" dal manoscritto originale di Charlotte Brontë: a indagare arriva Thursday Next, Detective Letteraria. Reduce dalla guerra di Crimea (che imperversa da centotrent'anni), ha in sospeso un amore. Le indagini la riportano a Swindon, sua città natale; sbarcata da un dirigibile di linea, salta in groppa a una fuoriserie decappottabile dai mille colori. Riuscirà a salvare Jane Eyre e a rimettere in sesto la sua vita?

La mia recensione

Giovedì Prossimo non vi sembrerà affatto strano.

Non ricordo in quale modo venni a conoscenza dell'uscita di questo libro, nel 2007. Ricordo però, distintamente, quanto l'ho desiderato e quante volte in libreria mi son sentita dire: "Mi dispiace, è terminato."

Proprio in quel periodo, a Roma, si teneva Più libri più liberi, una manifestazione culturale a cui partecipano le piccole e medie case editrici e che vorrebbe accontentare chi, durante l'anno, non può recarsi al Salone Internazionale del libro di Torino. Colsi la palla al balzo e, complice il fatto che avessi rimediato un ingresso super scontato, mi sono recata al Palazzo dei Congressi. "Allo stand della Marcos y Marcos"-ho pensato-"ce lo lo avranno sicuro!". Quell'anno, però, anche la casa editrice lo aveva terminato: mi dissero che era in ristampa. Poi, senza un motivo vero e proprio, smisi di cercarlo, forse perché il momento dell'acquisto compulsivo ad ogni costo era passato. Sono passati diversi anni da allora, anni in cui non mi sono più preoccupata di procurarlo. Qualche giorno fa, invece, inaspettatamente ho deciso che era giunto il suo momento. 
Immergermi nella sua lettura mi ha riportata, con un balzo, a quel 2007, quando ero follemente innamorata della storia, della copertina, del cognome dell'autore: Fforde. Doppia consonante iniziale e per di più una F, la lettera meno seria dell'alfabeto. E mi sono innamorata di nuovo, più di prima.
Jasper Fforde mi ha rapita e mi ha gettata, attraverso un Portale della Prosa, all'interno della sua storia e mi ha lasciata lì, a bearmi di tutto ciò che di insensato poteva accadere.  Non esagero se dico che, con la sua scrittura semplice e diretta e con i numerosi riferimenti al mio romanzo preferito, mi ha stregata. Letteralmente. Iniziata la lettura non sono più riuscita a smettere e, vista dall'esterno, devo essere sembrata ossessionata: costretta a ritagliarmi degli attimi di tempo, seppur brevissimi, solo per poter leggere qualche riga. Una rapporto di dipendenza vero e proprio causato dal mondo visionario, ma descritto con maestria e realismo, creato da Fforde.

domenica 13 maggio 2012

Premio Almohada!

Dunque, con tutti questi premi non mi raccapezzo più. Ma quanti ne inventano? xD
Questa volta ringrazio Serena del blog The Reading Corner  per avermi assegnato il Premio Almohada (che mi sa tanto di premio hawaiiano).
Questo premio, come tutti i premi "bloggheschi" ha delle regole che vanno rispettate. Si tratta di rispondere a quattro rapide domande e di assegnare il premio ad altri sette blog. Non arriverò mai a sette blog, lo so già... Però ci provo. 

  • Scrivi tre frasi che ti rappresentano. 
Ah, questa è facile, ce le ho, ce le ho:
- Ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht
- La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate. Stefano Benni
- Una risposta a caso non si nega a nessuno. Anonimo dei bookcrosser italiani
  • Scrivi il titolo di tre canzoni che ami.
Ecco, questa è già più complessa. Dovendone scegliere solo tre:
- The scientist, Coldplay
- Chasing cars, Snow Patrol
- Stockholm Syndrome, Muse
  • Esprimi un desiderio.
Solo uno? Ne avrei almeno un migliaio, ma tralasciamo... Ad ogni modo, ecco fatto. Espresso.
  • Scrivi una parola che rispecchi il tuo desiderio.
Lavoro.
  • Assegna il premio a sette blog.
Come dicevo prima non arriverò a sette. Anche questa volta, come le altre, sceglierò i blog indipendentemente dal fatto se abbiano o meno ricevuto già il premio, perché (in fondo) io so chi lo merita. E se lo merita più di una volta... Ancora meglio! Per questo non è importante creare o meno il post sul proprio blog, basta solo che sappiate che, secondo me, il premio è meritato. :)


Grazie ancora Serena. :)

venerdì 11 maggio 2012

In libreria

Questo libro è uscito nelle librerie già da un po' e io ho avuto anche il piacere di incontrare l'autore senza sapere che lo fosse. Diciamo che mi sono ritrovata a fare un colloquio per l'agenzia presso la quale lavora. Quando si dice "quanto è piccolo il mondo"!

Titolo: L'uomo d'argento
Autore: Claudio Morici
Editore: E/O
Pagine: 189
Prezzo: 16,00 €
Data di pubblicazione: 11 Aprile 2012

Trama

Una crisi investe tutti i paesi occidentali. Non è una delle tante: è l'ultima, quella definitiva. Finiscono per sempre soldi, lavoro, benessere. Ma non solo. Finiscono gli sms divertenti, le feste di compleanno, i saldi di fine stagione... Finisce tutto. Soprattutto quello straccio di equilibrio psicologico che, parliamoci chiaro, già vacillava molto. Che fare? Dove andare? Solo un posto si è salvato. È la città dove vive il protagonista di questa storia. Qui, molti anni prima, un gruppo di ragazzi come lui ha deciso di isolarsi, intuendo prima degli altri come sarebbe andata. Hanno fondato una nuova comunità basata su birra quasi gratis, sesso senza amore, cervello piallato, svuotato da ogni preoccupazione e progettualità. Ora è il posto dove vogliono andare tutti. Ex programmatori, ex architetti, ex banchieri, ex qualsiasi cosa. Ogni giorno sono sempre di più: una vera e propria ondata migratoria alla rovescia. Anche Jenny è una "appenarrivata". Ma lei è diversa. Non è la solita depressa rompiscatole, emarginata da tutti. Jenny, non si sa come, sembra arrivata in città da moltissimo. Anche per questo il protagonista (di cui non viene mai detto il nome) non può togliersela dalla testa. E inizia così una storia d'amore assurda, fatta di bugie e voglia di cambiamento, differenze culturali e sintomi di una nevrosi collettiva che ci riguarda tutti, e da cui sembra davvero impossibile fuggire completamente. L'unico che sembra farcela è un misterioso uomo pitturato d'argento.

L'autore

Claudio Morici nasce a Roma il 2 Marzo 1972 dove attualmente vive e lavora. Dopo la laurea in psicologia all’Università di Roma la Sapienza, lavora in diverse comunità terapeutiche a contatto con pazienti affetti da psicosi. Questa toccante esperienza ispira il suo primo romanzo, “Matti Slegati” (2003), che vede come protagonista un infermiere che lavora in una comunità terapeutica alle porte di Roma.
Nel 1999 inizia la sua esperienza da creativo per il web e copywriter, professione da lui svolta attualmente. Nel 2007 viene pubblicato il suo secondo romanzo: “Actarus, la vera storia di un pilota di robot"; ambientato a Tokio nel 2076 ha come protagonista, Actarus, un pilota di robot di fama internazionale, annoiato dalla routine lavorativa. Nello stesso anno Claudio Morici decide di lasciare tutto e dare una svolta alla sua vita, così parte e visita il mondo per 5 lunghi anni. 
Viaggiando scrive “La terra vista dalla Luna”, pubblicato nel 2009, e “L'uomo d'argento" pubblicato ad Aprile da E/O.

mercoledì 9 maggio 2012

Missione Classici #1

Attraverso la recensione de La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (che potete leggere qui) colgo l'occasione per aprire una nuova rubrica: Missione Classici.
Missione Classici sarà una rubrica, a cadenza non propriamente regolare, che sarà sempre legata ad una recensione: la recensione, appunto, di un classico. Ma in che cosa consiste? 
Sono convinta che i classici vadano letti, prima o poi, da tutti i lettori perché sono una tappa importante nella letteratura italiana e straniera. Ma nonostante io creda che vadano certamente letti, non per questo devono essere apprezzati per forza, anzi! Proprio per questo motivo entrate in gioco voi. :)
Dopo la recensione del classico letto ve ne proporrò altri tre. Sarete voi a scegliere quello che tra quelli proposti vi piacerebbe vedere recensito sul blog e, perché no, potreste leggerlo con me e poi farmi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto, se è un classico da evitare.
Che ne pensate?
I classici per questa prima puntata sono:

Emma di Jane Austen

Trama:

Ereditiera giovane, bella e un po' viziata, sola e intelligente, Emma Woodhouse si impegna combinando matrimoni di amici e parenti senza pensare affatto al proprio. Ma la realtà e l'immaginazione si fondono nella sua mente e la comunicazione con il prossimo diventa difficile: tra la protagonista e gli altri personaggi nascono così una serie di fraintendimenti, quasi una "commedia degli equivoci". In fondo "Emma" si rivela una divertente e implacabile satira di ogni pretesa di affidarsi ciecamente al raziocinio.

Recensione: La lettera scarlatta



Autore: Nathaniel Hawthorne
Titolo: La lettera scarlatta
Prezzo: 7,90 €
Editore: Dalai
Pagine: 293
Il mio voto: 3 segnalibri e mezzo

Trama

La lettera scarlatta, pubblicato nel 1850, ebbe una genesi complessa e tormentata. In questo libro, dall'impostazione classica e allo stesso tempo innovativa, Hawthorne, che qui rivela le sue capacità di analisi psicologica, non si limita a dare vita a una indimenticabile rappresentazione dello spirito puritano nell'epoca coloniale in America ma giunge a proporre una liberatoria concezione dell'amore come grande forza creatrice della natura. L'intensa storia della bella adultera Hester Prynne, bollata come peccatrice dai suoi freddi e intransigenti concittadini, si trasforma in vera e propria apologia degli istinti nella scoperta della gioia selvaggia e pura di vivere fino in fondo la propria esistenza, rivendicando il diritto alla passione.

La mia recensione
 

Il marchio scarlatto
 

04.08.2015. Per te che sei arrivato qui cercandone l'analisi perché devi consegnarla a settembre e non hai voglia di leggere il libro: mi dispiace, non troverai nulla che possa interessarti qui sotto perché non ho fatto un'analisi, avendo io smesso di fare le superiori diverso tempo fa. Mi dispiace molto, fai prima a leggerti il libro.

Non credo di poter scrivere una vera e propria recensione di questo libro. Diciamo che, più che altro, si tratterà di un commento personale, come se mi avessero chiesto di leggerlo per la scuola e, a fine lettura, la professoressa mi abbia chiesto una breve sintesi di ciò che le pagine del libro mi hanno trasmesso.
La lettera scarlatta non è una lettura semplice né tanto meno scorrevole. In altre parole, se mi avessero costretto a leggerlo per la scuola non solo non ne avrei terminato la lettura, l'avrei odiato con tutta me stessa. Lo stile narrativo è arzigogolato, complesso, a tratti appare forzato e troppo, troppo dettagliato.
Quando ne ho iniziato la lettura credevo si trattasse di un romanzo diverso. La storia, non solo grazie al film ma anche grazie alla scuola e alla mia innata curiosità, la conoscevo già, per cui sapevo perfettamente a cosa andavo incontro. Mi aspettavo, però, che la narrazione fosse meno artificiosa e più leggera, accattivante, appassionante.
Nathaniel Hawthorne scrive La lettera scarlatta nel 1850, a qualche anno di distanza dalla pubblicazione dei libri delle sorelle Brontë e diverso tempo dopo dalla morte di Jane Austen. È vero, è vero... non posso paragonare del tutto gli stili narrativi perché non solo si tratta di scrittori di sesso diverso, ma soprattutto perché Nathaniel Hawthorne non era inglese ma americano. Eppure il periodo è sostanzialmente lo stesso e la narrazione, invece, così diversa. 
Non mi riferisco solamente allo stile narrativo, ma anche e in particolar modo ai personaggi, alle loro caratteristiche di personalità, al loro spessore psicologico. L'autore delinea molto bene il carattere di Hester, una donna forte e coraggiosa, che si fa carico della lettera A, simbolo del peccato e che, da questa esperienza, riesce comunque a ricavarne un insegnamento per la piccola Pearl, frutto del peccato. È come se Hester e la sua lettera scarlatta fossero le uniche vere protagoniste del romanzo, non lasciando spazio a nessun altro, peccatore incluso. Pearl, il reverendo Dimmesdale e il medico Roger Chillingworth rimangono figure di contorno, poco influenti e appena abbozzate. Non a caso, infatti, si prova subito un senso di pena e tenerezza per Hester, costretta al patibolo davanti a tutta la città di Boston ma non si provano sentimenti, invece, per gli altri personaggi.
Dalle descrizioni dell'autore Pearl risulta, inoltre, un personaggio poco realistico, forse anche troppo costruito, perché agisce, parla e si muove come se non si trattasse di una bambina in tenera età. Ci ritroviamo, infatti, a leggere discorsi complessi e fin troppo articolati attribuiti ad una bambina di poco più di cinque anni (oltre ad averla trovata parecchio inquietante).
Un romanzo che non si fa leggere tutto d'un fiato, che non tiene incollati alle pagine e del quale, se non si vuole abbandonare prima di giungere alla fine dell'introduzione, la lettura va dosata: qualche pagina per volta, qualche giorno a settimana, senza fretta.

martedì 1 maggio 2012

In my bookshelf #10

Con un po' di ritardo (oggi è già il primo Maggio) riassumo i miei acquisti e/o prestiti del mese di Aprile. Ho aggiunto diversi libri (ecco, "diversi" non rende proprio l'idea) alle mie mensole e questo dipende dal fatto che, presto, avrò una libreria tutta mia costituita da più di qualche cubo 50x50! Spero, però, che il momento arrivi davvero presto, perché ho dovuto mettere i libri anche dentro l'armadio a muro all'ingresso. O.o
Come al solito ho acquistato praticamente tutto presso il reparto dell'usato o alle bancarelle e qualcosa l'ho ricevuta in regalo.
Ho acquistato, tutti cartaeci escluso l'ultimo:

Autore: Anne Tyer
Titolo: Per puro caso
Prezzo: 8 €
Editore: Tea
Pagine: 378
Trama

Per puro caso è la storia di una quarantenne, Delia Grinstead, una donna sposata con tre figli ormai quasi grandi, che all'improvviso semplicemente allontanandosi da una spiaggia - si lascia alle spalle il matrimonio e la famiglia per costruirsi una nuova vita in una cittadina non molto distante da Baltimora. Tutto avviene apparentemente per caso, eppure nulla è veramente casuale. Cosa ha spinto Delia a compiere un gesto in cui, forse, ogni donna può riconoscere un proprio desiderio? E' la sensazione di essere diventata inutile? Il ricordo di un uomo incontrato al supermercato? Il piacere della fuga? O, semplicemente, il senso di insoddisfazione e di limitatezza che pare inevitabilmente connesso alla vita famigliare? Mirabile ritratto di matrimonio, Per puro caso è, probabilmente, il più intenso, struggente e insieme divertito romanzo della Tyler, come sempre straordinariamente sensibile ai dettagli di cui è fatta la sostanza della vita quotidiana, e capace di offrirci una disamina tra spiritosa e impaurita del destino che ciascuno porta dentro di se, già scritto. 

Autore: Marco Mazzanti
Titolo: Demetrio dai capelli verdi
Prezzo: 14 €
Editore: Eiffel
Pagine: 288
Trama

Nel pieno degli anni Sessanta dell'Ottocento, in un paese che sull'esempio occidentale guarda con curiosità alle nuove scienze e alle novità della tecnica, ma che ancora si dimostra visceralmente attaccato alle credenze, alle voci e ai fantasmi della terra più profonda, il pittore Joan Marcel incontra Demetrio. Demetrio ha i capelli verdi e la pelle bianchissima, che al sole si adorna di misteriosi segni e ghirigori che ricordano i tatuaggi tribali di certe popolazioni dei Mari del Sud. Il rapporto tra i due uomini è particolare e assai chiacchierato, ma la novità di un nuovo incontro, quello con una "rosa", predetto da una gitana, incrinerà l'armonia della loro fratellanza; le strade di Demetrio e di tutti coloro che fanno parte della sua vita si scinderanno, conducendo a destini incrociati e conseguenze sconvolgenti. L’anima è il mezzo di trasporto più rapido, ma anche il più ribelle. I sogni ne sono il motore, essi decidono la meta. Alla velocità del sogno, si possono percorrere centinaia di chilometri e trovarsi da un punto all’altro del pianeta in pochi attimi. 

Autore: David Nicholls
Titolo: Le domande di Brian
Prezzo: 9 €
Editore: Beat
Pagine: 384
Trama

1985, Brian è arrivato al primo anno di università con una grande sete di conoscenza e una grande ambizione: partecipare al quiz televisivo University Challenge. Nella sua squadra c’è anche la bellissima Alice e il ragazzo capisce che l’unico modo per conquistarla è conoscere tutte le risposte, e soprattutto vincere sempre “Le domande di Brian” è l’esordio letterario di David Nicholls, trasposto al cinema nel film “Il quiz dell’amore”.

Autore: Brandon Sanderson
Titolo: Mistbors. L'ultimo impero
Prezzo: 22 €
Editore: Fanucci
Pagine: 608
Trama

In una piantagione fuori dalla capitale Luthadel, gli schiavi skaa sono oppressi come in ogni parte dell'Impero. Uno strano schiavo giunto da poco, con delle cicatrici sulle braccia, una notte uccide da solo il signorotto locale e le sue guardie, liberando poi i suoi compagni. Si tratta di Kelsier, un Mistborn, un uomo dagli straordinari poteri magici. A capo dei più potenti allomanti, dotati di abilità simili alle sue, Kelsier insegue il sogno di porre fine al dominio del despota divino; ma nonostante le capacità dei suoi compagni, il suo scopo sembra irraggiungibile, finché un giorno- non incontra Vin, una giovane ladruncola skaa specializzata in truffe a danno dei nobili e dei burocrati dell'Impero. La ragazza è stata provata dalla vita al punto che ha giurato a sé stessa che non si fiderà mai più di nessuno. Ma dovrà imparare a credere in Kelsier, se vorrà trovare il modo di dominare i poteri che possiede, e che vanno ben oltre la sua immaginazione...