mercoledì 24 ottobre 2012

Recensione: Jane Eyre

Questa non sarà una vera e propria recensione. Perché per recensire un libro come questo bisogna avere molta più esperienza con le parole di quella che possa avere io. E, soprattutto, bisogna riuscire a non essere coinvolti come lo sono io. Quanto segue, dunque, non è una recensione, ma una dichiarazione d'amore. Amo questo romanzo, lo amo troppo per riuscire a esprimere a parole cosa provo quando lo leggo.

Autore: Charlotte Brontë
Titolo: Jane Eyre
Prezzo: 8,50 €
Editore: Giunti
Pagine: 720
Il mio voto: 5 segnalibri

Trama 

Dopo un'infanzia difficile, di povertà e di privazioni, la giovane Jane trova la via del riscatto: si procura un lavoro come istitutrice presso la casa di un ricco gentiluomo, il signor Rochester. I due iniziano a conoscersi, si parlano, si confrontano e imparano a rispettarsi. Dal rispetto nasce l'amore e la possibilità per Jane di una vita serena. Ma proprio quando un futuro meraviglioso appare vicino, viene alla luce una terribile verità, quasi a dimostrare che Jane non può essere felice, non può avere l'amore, non può sfuggire al suo destino. Rochester sembra celare un tremendo segreto: una presenza minacciosa si aggira infatti nele soffitte del suo tetro palazzo.

La mia recensione 

Lui e lei ridono umidi baciano parole lievi leggere le piume

È difficile recensire un capolavoro come questo che nella letteratura (almeno per me) non ha eguali. 
La veridicità delle emozioni, la profondità dei sentimenti, la sfrontatezza delle sensazioni, la semplicità della trama. Tutto, in questo romanzo, è trattato con una cura quasi maniacale, ossessiva. Nessun dettaglio, nessun particolare, nessun dialogo, è messo lì per caso. Ogni cosa, ogni parola, è pesata, pensata, ragionata per entrarti dentro. E quando la piccola Jane Eyre entra dentro all’anima del lettore, difficilmente la lascia andare senza creare un vuoto incolmabile. Un vuoto che può essere annientato solo rileggendo, di tanto in tanto, questo piccolo capolavoro lasciandosi incantare dalla magia delle atmosfere, dal calore delle parole, dal fascino dei personaggi. La penna di Charlotte Brontë, infatti, imprime su carta personaggi dalla psicologia ammaliante, quasi ipnotizzante. 
Jane Eyre è reale, piena di contraddizioni, completamente priva di stereotipi. Un personaggio forte, deciso, dal sapore intenso. 

giovedì 18 ottobre 2012

Polverone inutile sui blog letterari e dintorni. Post randomico e quant'altro

Da un po' di tempo a questa parte non faccio che imbattermi in articoli di testate online che parlano dei blog letterari e, tra le altre cose, in termini non proprio carini. In particolare mi riferisco a quattro articoli, usciti per Finzioni (qui), un magazine che vi consiglio di leggere perché merita davvero molto, ConAltriMezzi (qui), k.Lit (qui) e Lipperatura (qui). Nessuno di loro, in realtà, ha da ridere sui blog letterari. Perché, infatti, il tutto parte da un'affermazione di Peter Stothard, direttore del Times Literary Supplement, che, riportata dal Guardian, recita: «L'ascesa dei blog letterari danneggia la letteratura e rischia di abbassare il livello della critica». Prima di esprimere la mia opinione in merito che, già dopo questa prima frase, si è ben formata all'interno del mio piccolo cervello bacato, è bene che riporti il resto della dichiarazione. Stothard continua: «È bello che ci siano tanti book blogger ma essere un critico è diverso dal limitarsi a condividere dei gusti. Non tutte le opinioni hanno lo stesso valore». 
Mi sento chiamata in causa non tanto quanto book blogger ma quanto lettrice di book blogger. Perché, prima di aprirne uno mio di blog, ho passato molto tempo a leggerne molti. Ebbene, in tutto il tempo impiegato a leggere le chiacchiere allegre e armoniose de La Leggivendola, di Reina o di Glinda (blogger molto brave che sicuramente conoscerete) non ho mai pensato che queste si ponessero su un piedistallo e si sostituissero alla critica letteraria. 
L'aria che si respira in un blog che tratta di letteratura non è la stessa che si respira aprendo un quotidiano e leggendo le recensioni dei libri appena usciti o dei vincitori del Premio Strega. Perché? Perché nessuna di loro seziona il libro in ogni sua parte, ne critica lo stile perdendosi in inutili sofismi, o bacchetta l'autore facendo paragoni tra la Mazzantini e Gaspara Stampa.

lunedì 15 ottobre 2012

In libreria


Titolo: Un attimo, un mattino
Autore: Sarah Rayner
Editore: Guanda
Pagine: 400
Prezzo: 17 €
Data di pubblicazione:  27 Settembre 2012

Trama

È un lunedì mattina come tanti, sul treno che porta i pendolari da Brighton a Londra. Nei vagoni, visi assonnati, preoccupati, speranzosi. Qualcuno finisce di truccarsi, qualcuno legge, c'è chi chiacchiera e chi ascolta musica dall'iPod pensando alla giornata che lo aspetta. Per Karen e suo marito è una giornata felice: stanno andando a firmare per il mutuo della nuova casa, che accoglierà loro e i due figli. Lou, dal sedile accanto, li osserva e la loro evidente complicità la mette di buon umore, anche se prova un pizzico di invidia per quell'amore sereno e totale che a lei sembra negato. Anna, invece, qualche carrozza più in là, sogna di acquistare la giacca di cui ha visto la foto sulla rivista che sta sfogliando, e piega l'angolo della pagina per ricordarsene. È tutto normale, è tutto tranquillo... ma poi qualcosa, di colpo, rimescola le carte della vita e quel mattino come tanti diventa il punto di svolta, l'inizio di una settimana drammatica. Legate da una tragica casualità, le tre donne affronteranno insieme i giorni seguenti e troveranno nella loro amicizia la forza per superare il dolore. Insieme scopriranno che, se davvero basta un attimo perché tutto vada in frantumi, la vita non si ferma e ci chiede di tenere il passo...

L'autrice

Sarah Rayner è l'autrice del best seller Un attimo, un mattino che in Gran Bretagna ha venduto oltre 250 mila copie ed è stato tradotto in ben 11 lingue. Sarah è nata a Londra ma ha trascorso la sua infanzia a Richmond, nel Surrey. Ha lavorato sia come PR che come coprywriter nel mondo della pubblicità. È autrice di quattro romanzi, di cui però solo Un attimo, un mattino è disponibile in italiano. 

mercoledì 10 ottobre 2012

In my bookshelf #15

In netto ritardo (come praticamente tutto in questo mese), è giunta l'ora della puntata di In my bookshelf del mese di Settembre. Dato che è stato un mese strano, oltre ad aver letto pochissimo, ho anche acquistato pochissimo. Complice anche il fatto, forse, che lo spazio conquistato nella libreria di casa sta terminando. Di nuovo. Temo di aver sviluppato una dipendenza dall'acquisto di libri. No, d'accordo, non è che temo... Ce l'ho, lo so. E cerco una cura. xD E tra le altre cose è passato così tanto da quando ho scritto sul blog che mi sono anche dimenticata quale era la gradazione dell'azzurro che ho sempre utilizzato. Ma, ovviamente, sono troppo pigra per andare a vedere nei post più vecchi. Sì, sono una pessima blogger, lo so già. 

Titolo: Ragazzo da parete
Autore: Stephen Shbosky
Prezzo: fuori catalogo
Editore: Frassinelli
Pagine: 271

Trama

Tra un saggio scolastico su Kerouac, una canzone degli Smiths e una citazione del Rocky Horror Picture Show, scorrono i giorni di un adolescente per nulla ordinario. L'ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un turbine di prime volte: la prima festa, la prima rissa, la prima cotta... e via salendo nella scala dell'adrenalina. E Charlie, più portato alla riflessione che all'azione, affida emozioni, trasgressioni e turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico. Dotato di un'innata gentilezza d'animo e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di tutti. Peccato che il segreto più grande sia nascosto proprio dentro di lui...

Titolo: 1Q84
Autore: Haruki Murakami
Prezzo: 20 €
Editore: Einaudi
Pagine: 750

Trama

1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L'autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all'appuntamento che l'aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e poco frequentata. Ma, sibillino, aggiunge di fare attenzione: "Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola". Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d'ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un'enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un premio letterario. Ma "La crisalide d'aria" è un romanzo fantastico tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. L'incontro con l'autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è veramente Fukada Eriko? Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l'unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un'altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi.

venerdì 5 ottobre 2012

Recensione: La casa per OgniDove

Vi avevo detto che ero tornata e non scherzavo affatto. Sono tornata e, con calma, riprendo in mano le redini del blog. Comincio con la recensione del libro che è giunto nelle mie mani tempo addietro e che avrei dovuto terminare molto, ma molto, molto tempo fa. Il libro appartiene a La Leggivendola che, gentilmente, lo ha messo a disposizione di chiunque volesse partecipare alla sua figherrima iniziativa. La blogger più figa del mondo, infatti, ha organizzato una catena di lettura alla quale ho partecipato pensando, allora, di non metterci sei secoli e mezzo a leggere il libro a me destinato. Ma vabbè, è stato un periodaccio. Anche se, pensandoci bene, non è una scusante. In più temo di non essere abbastanza ispirata per recensire dei libri in questo periodo ma mi tocca farlo, altrimenti non rientrerò più nel loop.

Autore: Diana Wynne Jones
Titolo: La casa per OgniDove
Prezzo: 15 €
Editore: Kappa Edizioni
Pagine: 256
Il mio voto: 4 segnalibri

Trama

Charmain Baker vive serenamente, trascorrendo le sue giornate tra i libri. Quando un bel giorno deve raggiungere il prozio William che giace a letto ammalato, sembra l'occasione per vivere una bella avventura. Ma la cose si complicano quando scopre che William è un potente mago e che la sua casa si sposta nello spazio e nel tempo. Charmain non è certo preparata ad avere a che fare con una casa magica! Aprendo una porta si può passare dalla sala alla cucina, ma anche trovarsi proiettati in una terra lontana. Fin dal suo arrivo, Charmain Baker farà una serie di incontri sorprendenti, ma la sua vita prenderà una piega davvero inaspettata solo quando incontrerà dei personaggi che ben conosciamo: Sophie, il demone Calcifer e, sotto mentite spoglie, il terribile mago Howl!

La mia recensione


Conquistami, inventami, dammi un'altra identità

Terzo e ultimo capitolo della serie di libri sul mago di Howl. Diana Wynne Jones, lo ammetto, è stata una piacevolissima scoperta e leggere i volumi della trilogia tutti di seguito sicuramente rende l'avventura più intensa, sentita.
Lo stile semplice, caratteristico anche degli altri due volumi, riesce ad avvolgere il lettore e a farlo sentire parte integrante della storia, protagonista della vita dei personaggi, dei loro sentimenti.
Sebbene questo sia il romanzo che, tra tutti e tre, mi è piaciuto meno è stata comunque una lettura piacevole e, se lo avessi letto nel periodo giusto, anche scorrevole.
Charmain, la piccola e pigra Charmain, mi ha ricordato me fino a qualche tempo fa. Una ragazzina introversa, chiusa nel suo piccolo mondo fatto di libri e parole stampate, che preferisce leggere piuttosto che affrontare la realtà, accantonando i problemi in un angolo e liquidandoli con un "ci penserò domani". 
Ma non sono Charmain, Peter o l'adorabile Sperso i protagonisti di questo romanzo, bensì la magia. Magia che si respira fin dalle prime pagine, che rende l'atmosfera quasi onirica, ma plausibile.
Perché nel mondo creato da Diana Wynne Jones tutto, sebbene sia palesemente fantastico, sembra essere possibile, tangibile e quindi plausibile.

mercoledì 3 ottobre 2012

Confessioni di una coprecarywriter #6

Cari lettori, care lettrici, cari. Insultatemi pure, copritemi di turpiloqui e di parole cariche d'odio e/o compassione. O disprezzo, se preferite. Sono sparita, mi sono dileguata in sordina, sono riapparsa e poi sono sparita di nuovo. E non avrei dovuto. E la cosa grave anzi, gravissima, è che non vi è alcun motivo logico per la mia sparizione. Ma andiamo con ordine. 
Ordunque, che ho fatto? Cosa è successo che mi ha portata a sparire? Tante cose. E anche niente. Semplicemente mi è sfuggito il tempo di mano. Non sono riuscita, non riesco, a tenere tutto sotto controllo. Cosa che, per un cancerino come me, è fonte di irritazione e instabilità emotiva. E pure mentale. 
Il tirocinio all'università è finito (per fortuna!) e il mio contratto come copywriter è stato rinnovato per altri 6 mesi. Paga sempre da fame e full time. Se la vedessi la paga, tra l'altro. Ebbene, forse non dovrei dire certe cose ma dato che non ho mai detto dove lavoro posso tranquillamente lasciarmi andare senza temere per la mia vita fisica e lavorativa.
Benjamin Lacombe
Innanzi tutto, prima di dire qualunque cosa, mi tocca fare un'errata corrige. Il copy nuovo, che chiamerò Wiki per comodità, è veramente uno stronzo. E forse la parola stronzo non si adatta nemmeno troppo bene perché lascia fuori tantissime cose. È egoista, approfittatore, scansafatiche, arrogante, presuntuoso, antipatico, inopportuno e saccente. Tra tutte queste cose, quella che mi irrita più di tutti è la saccenza. Si prende libertà che non dovrebbe prendersi, mi dice che sono troppo quadrata, troppo "garbata" (come se l'essere garbati fosse un insulto o un modo sbagliato di essere), che devo "liberarmi". Mio caro, carissimo Wiki, non abbiamo mai mangiato nello stesso piatto, non abbiamo mai condiviso nulla se non una scrivania, quindi chi cavolo sei tu per dirmi che sono troppo quadrata?! E anche fosse vero che lo sono, e anche fosse vero che ho una sorta di rigidità intellettuale... Ebbene? Che problema c'è? Sono una tipa precisa, sono una che nota i refusi e i doppi spazi anche a occhi chiusi, sono una che cerca di razionalizzare le cose terrene perché il mio mondo interiore è già abbastanza caotico e allora? Cosa c'è di male? Sono una che non accetta le critiche gratuite e fatte da chi non si sforza di guardare al di là del proprio naso, sono una che si offende se le si dà implicitamente dell'idiota, sono una che accetta le osservazioni solo se motivate. E allora?