mercoledì 4 febbraio 2015

Recensione – in anteprima – Il libro dell'amore perduto

E buongiorno!
Finalmente posto una recensione da queste parti ché, sì è bello anche cinciallegrare di libri in senso trasversale, ma recensirli ogni tanto non è male.
Oggi vi parlo de Il libro dell'amore perduto di Lucy Foley, di prossima pubblicazione per Neri Pozza (lo troverete in libreria per la fine di questo mese).
Ne approfitto per dirvi che ho iniziato la lettura di La strage dei congiuntivi di Massimo Roscia, di cui sono venuta a conoscenza a Più libri più liberi che mi garba non poco e, in teoria, dovrei anche far parte del gruppo di lettura con DeLillo ma temo non sia il suo momento.
Questo per dire che dal mese prossimo mi prendo una pausa dai seicento gruppi di lettura ai quali partecipo perché, praticamente, da quando è iniziato l'anno ho letto solo libri in un certo senso "imposti". E, onestamente? Non fa per me. Non so come facciano quei blogger che ricevono vagonate di libri dalle case editrici da recensire entro un certo periodo. A parte che questo ti obbliga, in un certo qual modo, a leggere solo libri di recente pubblicazione... E poi se non è il periodo adatto per leggersi, che so io, un giallo? Che si fa? No no, non potrei mai. 
Mi sentirei come da Blockbuster, dove il film più vecchio che trovavi risaliva a quattro anni prima. Desolante. In tutto questo il fioretto procede bene, con un'unica sbandata però necessaria (poi, quando vi parlerò del libro in questione vi spiegherò perché). Comunque devo dire che il fioretto certamente mi evita di accumulare altri libri da leggere oltre agli ottocentomila che possiedo già, ma non contribuisce allo smaltimento dato che partecipo ai gruppi di lettura o leggo libri presi in biblioteca. Me lo sentivo che c'era qualcosa che non andava in questo fioretto, dovrei gestirlo meglio. Non acquistare comunque, se non per gli altri – il mio vecchio, nello specifico –, sicuramente fa bene alle finanze. E ai to be read presenti in casa che non diminuiscono ma nemmeno aumentano. Ma veniamo a noi, ché io sono logorroica e ogni volta faccio un'introduzione di un secolo e mezzo. Il libro dell'amore perduto di Lucy Foley.

Titolo: Il libro dell'amore perduto
Autore: Lucy Foley
Editore: Neri Pozza
Pagine: 368
Prezzo: 18 € (disponibile dal 26 febbraio)
Il mio voto: 3 piume

Trama

Kate è una giovane fotografa che ha appena perso la madre, la famosa ballerina June Darling. Come se quel dolore non fosse già abbastanza, sua nonna Evie le rivela che June non era figlia sua, ma le era stata affidata da una signora che voleva restare anonima. Kate è sconvolta: deve assolutamente saperne di più. Partendo da una serie di lettere che la madre biologica aveva scritto a June fingendosi un’ammiratrice, e da un disegno firmato dal celebre artista Tom Stafford che ritrae una donna misteriosa, Kate decide di rintracciare Tom e chiedergli se la donna del ritratto è la sua vera nonna. Tom Stafford, però, è uno degli artisti più famosi d’America, mettersi in contatto con lui non è una cosa da poco. Quando Kate, però, mostra il ritratto alla sorella di Tom, lei decide di aiutarla e le dà l’indirizzo di una casa in Corsica, dove il fratello le svelerà la verità. Tom e Alice (così si chiama la protagonista del ritratto) erano stati vicini di casa da bambini, ma si erano persi ed erano tornati a incontrarsi prima nel 1928, a Londra, e poi di nuovo nel 1939, a Parigi. Il mondo è molto diverso da quello della loro infanzia. Il crollo delle borse ha ridotto alla fame molte famiglie e per le strade c’è chi parla di una Seconda Guerra mondiale alle porte. Eppure loro si sentono ancora innamorati come allora. Allora perché, come racconta Tom, Alice lo ha lasciato senza una spiegazione? Serviranno altre ricerche, per scoprire che Alice se n’era andata per occuparsi della figlia che portava in grembo (June), e lasciare a Tom la possibilità di diventare il grande artista che aveva sempre sognato. Il libro dell’amore perduto – i cui diritti sono già stati acquistati in più di dieci paesi – è un romanzo straordinario, pieno di poesia, che segue le vite di due innamorati attraverso l’Europa del Novecento. Ricostruendo epoche e atmosfere con l’abilità di una storica, e consegnandoci una delle più belle storie d’amore scritte negli ultimi anni, Lucy Foley ci parla di quelle esistenze che continuano a sfiorarsi, ma sono destinate a perdersi; e dell’amore più puro e infinito che esista: quello che poteva essere e non è stato.

La recensione

Il libro dell'amore perduto, in inglese The book of lost & found, viene presentato come un romanzo avvincente e selvaggiamente romantico. Ammetto di essere, in parte, in disaccordo con questa definizione lanciata dal Daily Mail e riportata in copertina.
Si tratta, senza ombra di dubbio, di un libro molto romantico e, forse, la scelta di definirlo "selvaggiamente" romantico è più che azzeccata. Purtroppo, però, Lucy Foley non ci narra una storia che io definirei avvincente.
Kate, fotografa rimasta orfana di madre da pochissimo tempo a causa di un incedente, viene a conoscenza di un segreto che riguarda la sua famiglia d'origine. Evie, nonna adottiva, in punto di morte le confessa di aver tenuto nascosto a June – madre di Kate e famosissima ballerina classica – di essere stata un tempo contattata da una donna, Célia, la quale sosteneva di essere la madre biologica di June. Evie, però, non ha mai avuto il coraggio di ricontattare quella donna, per paura che June ne rimanesse ferita e che Célia non fosse altro che un'arrivista, intenzionata a servirsi dell'enorme successo ottenuto da June fino a quel momento.
Kate, quindi, decide di indagare nel passato di della madre e, rovistando tra vecchie lettere, entra in possesso di un disegno che ritrae una donna che somiglia in modo incredibile alla madre.
Quel ritratto, scoprirà successivamente la nostra Kate, è stato fatto da Tom Stafford, famoso pittore, agli inizi della sua carriera. Kate, decisa più che mai a scoprire la verità, si imbarcherà in un viaggio che la porterà a scoprire la Corsica, Parigi e, infine, New York e che si rivelerà essere non solo un viaggio attraverso diversi Paesi ma, soprattutto, un viaggio attraverso il tempo e i forti sentimenti.
Fin qui tutto bene, la storia presentata dall'autrice – sebbene non si possa dire sia particolarmente orginale – è interessante e si pressuppone, già dalle prime pagine del romanzo, che verrà raccontata una storia d'amore a dir poco travagliata. D'altronde, la scelta del titolo non è casuale.
Qualcosa, però, nella costruzione del romanzo non ha funzionato. Non si tratta dello stile dell'autrice, molto semplice e che non si lascia andare a inutili descrizioni di luoghi o paesaggi non strettamente necessari. Non si tratta nemmeno dell'intreccio narrativo, seppure un po' troppo lineare per i miei gusti. Purtroppo, e mi dispiace davvero tanto dirlo perché volevo che questo libro mi piacesse più di "così-così", ho trovato tutto troppo scontato e prevedibile.

Mai una volta ho dubitato sulla presenza del lieto fine, mai ho dubito sullo svolgersi della storia e mai ho dubitato su quali sarebbero state le reazioni dei personaggi. Sono una lettrice esigente, è vero. Laddove si pecca di trama originale è bene che ci siano altri pregi, quali ritmo della narrazione, dialoghi brillanti, personaggi ben caratterizzati.
Ne Il libro dell'amore perduto non ho riscontrato quel quid, quel qualcosa che mi incuriosisse a tal punto da non riuscire a chiudere a malincuore il libro la notte.
Lucy Foley racconta una storia romantica e lo fa con estrema delicatezza e con una buona dose di dolcezza, senza però mai inserire nulla di accattivante. Ecco cosa è mancato, ecco in cosa non è riuscita l'autrice: non è riuscita a rendere avvincente e accattivante la storia di un amore negato.
Tutto procede così come il lettore lo ha immaginato, così come l'animo romantico di ognuno di noi vorrebbe che andasse, più o meno. Ciò che poi mi ha lasciata perplessa e non mi ha affatto convinta sono i motivi per i quali questo amore, piuttosto che sbocciare, si trasforma in un amore negato, perduto.
Mi sarebbe molto piaciuto se l'autrice, inoltre, avesse speso qualche parola in più per l'introspezione di alcuni personaggi che, purtroppo, non riescono a entrare nel cuore del lettore perché poco caratterizzati, rimanendo sullo sfondo, come fossero mere pedine utilizzate solo per giustificare le azioni degli altri personaggi.
Mi dispiace moltissimo dare una valutazione bassa a questo romanzo ma, purtroppo, credo che l'autrice non sia stata in grado di sfruttarne al meglio le potenzialità.
Un romanzo molto apprezzato in Inghilterra – paese natale della Foley – che, a causa della mancanza di pathos, per me rimane solo narrativa di intrattenimento.

5 commenti:

  1. Eccomi!!
    Mmmm....mi aspettavo qualcosa di meglio, non da te si intende ^^, invece dalle tue parole credo di aver capito che il libro non faccia per me; già non amo particolarmente le storie troppo romantiche e se non c'è quel qualcosa in più non va bene...direi che mi risparmierò l'acquisto a questo giro!!
    Grazie per la bella recensione!

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    1. Oh, sempre puntuale Pila ^_^
      Be', no se il tanto romantico non fa per te direi che non è il caso di tentare. Un libro bello, invece, è Manuale di danza del sonnambulo – sempre Neri Pozza – che racconta una storia d'amore ma anche la storia di una bella famiglia. A quello sì che puoi dare un'occasione ;)

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  2. Non mi sono mai pentita di aver letto un Neri Pozza e ormai potrei tranquillamente comprarli a scatola chiusa... ecco, in questo caso è molto probabile mi dovrei ricredere! Con l'età che avanza sto diventando una lettrice sempre più esigente... e "Il libro dell'amore perduto" già dalla trama sento che non fa per me. Potrei anche rischiare, ma la tua recensione mi fa desistere... è la mancanza di "quel quid" che mi trattiene.

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    1. Sai, forse sono io che con il tempo mi sto "azzitillendo" (esisterà come termine?) e quindi il semplice romanticismo non mi basta più. Avrei voluto che mi piacesse moltissimo, avrei voluto scrivere una recensione più che tiepida... E invece no. Ti dico, se hai la possibilità di prenderlo in biblioteca, un giorno, una possibilità concedigliela. Però, magari, come lettura estiva ;)

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  3. grazie per aver espresso un giudizio finalmente chiaro e motivato, mi interessava la storia e il tipo di trattamento, ma da quanto scrivi non ha qualità letterarie tali da valere la pena una lettura. Spesso dalle recensioni più o meno prezzolate non si riesce a capire se un libro è davvero bello o interessante e le delusioni sono molte. Io sono un insegnante e curo un sito legato al mio liceo Il Pontormo di Empoli per cui segnalo libri e eventi culturali: rossopontormo.com Grazie ancora.

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