mercoledì 22 luglio 2015

Recensione Storia della pioggia

Buongiorno!
Mi piace fare le cose senza una cadenza specifica, e quindi tipo recensire i libri dopo un mese che li ho letti. Certo, mi auguro che non diventi un'abitudine perché rischio di non recensire più niente. Ma, vabbè, è il caldo, è la casa non mia, è il fatto che devo scrivere in cucina perché nella camera dove sto al momento – a parte il caldo torrido – c'è una nube di magnetismo per la quale non prende una mazza, manco il wifi. Sarà felice la mia piantina a forma di cuore di Ikea, che per la prima volta nella storia della sua giovane vita (ha 3 anni) vive in una stanza dove non ci sono radiazioni dovute a cellulare e computer. Tra l'altro è viva e immobile da quando l'ho comprata, non si è allungata neanche di un paio di millimetri.
Comunque, oggi siamo qui per parlare di Storia della pioggia, scritto da Niall Williams e pubblicato da Neri Pozza, e non della mia adorabile piantina.
 
Titolo: Storia della pioggia
Autore: Niall Williams
Editore: Neri Pozza
Traduttore: Massimo Ortelio
Pagine: 384
Prezzo: 17,50 €
Il mio voto: 4 piume

Trama

Ruth Swain è malata. Ha soltanto diciannove anni, ma è costretta a trascorrere le sue giornate a letto, nella mansarda della fattoria di famiglia sperduta tra i campi irlandesi battuti incessantemente dal vento e dalla pioggia.Ruth ha però un tesoro inestimabile sparso attorno al suo letto: 3.500 volumi provenienti dalla libreria di suo padre: romanzi, racconti e versi attraverso i quali avventurarsi su sentieri sconosciuti, vivere vite altrui piene di amori e passioni travolgenti e, soprattutto,carpire segreti, svelare misteri, in primo luogo quello che avvolge l’esistenza di Virgil, suo padre. Divora perciò pagine e pagine di Dostoevskij, Dickens, García Marquez e altri grandi scrittori nella speranza di comprendere la propria storia, l’ossessione che ha segnato le vicende della sua famiglia, iniziata con la fallimentare ricerca da parte del bisnonno di una perfetta condotta morale e culminata con il tragico destino di suo padre che, la notte in cui nacque lei e Aeney, il fratello gemello, travolto da un’entusiasmante ispirazione, si scoprì poeta e, il giorno in cui Aeney annegò, realizzò di non essere più in grado di scrivere un solo verso.Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista tra i libri e legge e raduna tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, le foto delle funzioni del reverendo suo bisnonno, e quelle di suo figlio Abraham; le raccolte di poesie del padre, le sue sgualcite riviste di pesca al salmone. E quando si imbatte nelle opere rimaste incompiute di Virgil, e comprende che si raccontano storie per rimanere in qualche modo vivi, sa di avere un ultimo compito da assolvere prima di morire: narrare in un libro la storia di suo padre, pescatore e poeta.Con una protagonista memorabile e una storia romantica permeata dello spirito vero dell’Irlanda, Niall Williams – finalista al Man Booker Prize 2014 – compone un inno alla letteratura e al potere curativo dei libri. 

La recensione

Niall Williams è un simpatico signore irlandese, nato a Dublino nel 1958 e laureato in letteratura americana. E si vede, mi tocca ammettere. Sia che è irlandese, basta dare una rapida occhiata alle sue foto, sia che ha studiato letteratura americana, basta leggere solo un paio di pagine del suo poetico e incantevole ultimo romanzo.
Nonostante sia stato già pubblicato in Italia da Mondadori e Dalai Editore, non ha mai avuto la pubblicità che, secondo me, merita e avrebbe meritato. Tant'è che io, come probabilmente metà dei lettori che conosco, non avevo idea che esistesse un Niall Williams sulla faccia della Terra, figurarsi che esistessero i suoi libri.
Passato completamente in sordina con i suoi lavori precedenti – che infatti sono fuori catalogo –, torna in libreria con Storia della pioggia, pubblicato da Neri Pozza e tradotto egregiamente da Massimo Ortelio.
Storia della pioggia è la storia di Ruth Swain, ma anche la storia di tutti gli Swain prima di lei e, volendo essere un po' pignoli, è una storia che narra storie.
Ruth ha diciannove anni e, a causa di una malattia, è costretta a passare le sue giornate a letto, nella mansarda di una fattoria perduta nelle piovose campagne irlandesi.
Da piccola ha perso il fratello e, qualche anno dopo, anche il padre è venuto a mancare, ma i due importanti lutti e, di conseguenza, la malattia non sono riusciti a piegare la sua forte personalità. Spinta dalla voglia di ritrovare il padre attraverso i ricordi, decide di raccontarne la storia e scrivere un libro. Partendo dall'inizio però, quando Virgil Swain non era ancora nato. Perché, come dice Ruth stessa:
«Questa è la storia di mio padre. La scrivo per ritrovarlo. Ma devi camminare a ritroso se vuoi arrivare alla meta. Funziona così in Irlanda, e anche in T.S. Eliot». 
Tra ciò che sembra realtà e ciò che invece possiede una punta di surreale, inizia il racconto della stirpe degli Swain iniziando con la narrazione della vita del nonno di Ruth, segnata dalle brutture che la guerra gli ha riservato.
Si tratta di un romanzo inizialmente un po' ostico da seguire a causa del linguaggio che Ruth utilizza per rivolgersi al lettore perché, proprio come una persona realmente affetta da logorrea, compie mentre parla repentini salti spazio temporali e bruschi cambiamenti di argomento che, se non si è abbastanza concentrati, rischiano di confondere le idee. Lo spaesamento iniziale, però, viene riccamente ricompensato dai riferimenti al mondo della letteratura che popolano la narrazione e che mi hanno fatta letteralmente innamorare del romanzo. 
Il corteggiamento è iniziato a pagina tredici, dove Niall Williams posiziona un aneddoto su Dickens che, su di me, ha causato lo stesso stato d'animo che si ha quando qualcuno ti dona un fiore.
«Una volta ho letto un saggio in cui Dickens veniva rimproverato perché i suoi personaggi avevano nomi avulsi alla realtà. Evidentemente l'autore non sapeva che Dickens soffriva d'insonnia e di notte passeggiava per i cimiteri. Non sapeva che Moses Pickwick era proprietario di carrozze a Bath, che nel registro della parrocchia di Chatham figura la famiglia dei Sowerberry, gestori di un'impresa di pompe funebri, che un Oliver Twiste nacque a Salford e che un signor Dorrett aveva condiviso la prigione di Maeshalsea con il padre di Dickens».
Piccoli regali posizionati sapientemente qua e là, alla giusta distanza tra loro, come cioccolatini offerti, lentamente, dalla stessa scatola per viziare e allo stesso tempo far innamorare l'oggetto del nostro desiderio. Riferimenti alla letteratura inglese e irlandese di cui Williams si serve per raccontare una storia che, in verità, nulla ha di straordinario se non la personalità di Ruth che, nonostante la malattia, brilla di luce propria attraverso un linguaggio ironico e sarcastico non solo verso la cultura irlandese, ma anche verso se stessa e la propria condizione.
Mi è piaciuta subito Ruth, mi è piaciuta soprattutto la sua tenacia, la sua forza nell'affrontare il mondo con una schiettezza e una durezza che, invece, nascondono una persona fragile, intelligente e che nutre un intenso amore nei confronti della vita.
Difficile, per questo, capire quando mi sono abbandonata all'innamoramento vero e proprio, ma mi piace pensare che la scintilla sia scattata intorno a pagina centoventinove, quando Ruth parlando dell'amore e del suo corteggiatore dice:
«Mi comportai come Estella e gli spezzai subito il cuore. Infatti, il cuore degli spasimanti, come i cracker, va spezzato a metà, per evitare che ti cadano addosso quelle briciole fastidiose».
La vita, Ruth, la vive e la vede a modo suo, dal profondo del suo letto dalla forma simile a quella  di una barca, e la trascrive con lo stesso impeto e la stessa passione della corrente di un fiume in piena.
Un romanzo molto dolce, che a tratti sfiora il poetico e che mi vien voglia di regalare a tutti i lettori forti che conosco perché possano venire avvolti dalle parole di Ruth e dal suo amore per la letteratura.

16 commenti:

  1. Ok ho capito, un altro libro da mettere in wishlist! :D

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  2. Adoro i Neri Pozza e questo è un altro da mettere in lista. Grazie.

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    1. In effetti questo, secondo me, è uno dei libri più interessanti pubblicati da Neri Pozza quest'anno. Leggilo, non te ne pentirai :)

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  3. bello! come è possibile che alcuni autori rimangano sconosciuti sul nostro mercato ed altri siano del tutto sopravvalutati (potrei dire lagioia). dickens <3 meraviglioso

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    1. In effetti non me lo spiego. Ma ho deciso di recuperare gli altri libri di questo autore, voglio proprio vedere se scrive sempre bene o è un caso :P

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    1. Ero proprio convinta di sì O_o la Neri Pozza è una di quelle che fa gli ebook di quasi tutti i suoi libri, che stranezza.

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  5. Sto in vacanza, mi sto perdendo tutti gli aggiornamenti. Ma stamattina siamo pigri, ancora non ci muoviamo e ne approfitto. Mi stavo disintossicando dai neri pozza ma con questa recensione mi hai fatto ricadere nel tunnel. Se becco una libreria siciliana fornita in maniera decente, il libro è mio!

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    1. Ma, cioè, noto adesso il tuo commento? -.-' Solo con qualche mese di ritardo -.-' Chissà se lo hai già comprato!

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  6. Ecco, mi ero persa questa recensione, mannaggia a me. Sto corteggiando questo romanzo da un po', corteggiamento serrato, per intenderci. Mi sa che cedo. L'unico dubbio è che possa essere troppo tragico, perché ora come ora non lo reggerei.

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    1. Tragico? Noooo, perché? Certo, lei è malata ma non è l'elemento principale del romanzo. Anche se il contesto è triste, il romanzo non lo è – sembra assurdo, ma giuro che dico il vero!

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  7. e niente. trovo su fb qualcosa su questo libro, apro google, cerco informazioni e trovo la tua recensione.

    ora vado a vendermi un rene così svuoto il carrello di amazon (non c'ho chissà che meraviglia di reni, eh, al massimo ci faccio 4/5 libri...)

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    1. Non te ne pentirai. Davvero una lettura bellissima, è stato forse il libro più bello letto lo scorso anno. Traduzione magistrale poi. Bello bello.

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