venerdì 12 maggio 2017

5 is megl che one #7 speciale #maggiodeilibri – ovvero i 5 libri che mi hanno garantito il #benessere giusto al momento giusto


Ci sono delle cose che facciamo quando vogliamo stare bene. Alcuni si avvalgono del "mente sana in corpore sano", andando a fare una corsa o una sessione in palestra per recuperare il #benessere fisico e mentale.
Io, per un po', ci ho provato a pensarla così. Mi sono iscritta a un corso di pilates che integravo con una partita a zumba davanti alla wii. Purtroppo, però, la mia poca inclinazione allo sport – sempre stata fiera sostenitrice del detto di un mio amico che sosteneva che lo sport, dopo i 25 anni, uccide – mi ha fatta desistere dopo qualche tempo. Dopo una lezione di pilates c'erano solo dolori, secrezione di acido lattico impazzita, capelli sporchi, nuova consapevolezza dell'esistenza di muscolatura laddove pensavo ci fosse solo il vuoto e la pelle, spossatezza.
Lo sport, insomma, davvero dopo i 25 anni mi uccise. Quindi, decisi che poggiare le scarpette appositamente comprate da Decathlon nella scarpiera e utilizzare i leggins solo per fare le pulizie in casa fosse la scelta migliore. Lo feci sia per il mio corpo, sia per la mia dignità – la non coordinazione braccia-gambe è spesso fonte di forte imbarazzo.
Ho così optato per la ricerca di una nuova fonte di #benessere, che fosse sia fisica che mentale – ovviamente – e non richiedesse alcuno sforzo muscolare particolare: il libro giusto al momento giusto.

In questa puntata speciale dedicata al #maggiodeilibri, voglio quindi parlarvi dei 5 libri che mi hanno fatta stare bene (quando ne avevo più bisogno) e che mi hanno portata a una nuova concezione, del tutto personale, del #benessere.

1. Cassandra al matrimonio (Cassandra at the Wedding) di Dorothy Baker.

Letto in credo neanche 10 ore, letteralmente sbranato. Un libro che mi ha piacevolmente colpita e che è stato uno di quei romanzi che diventano "il libro giusto al momento giusto". Non è semplice che accada, ovviamente. Però, quando inciampi sul romanzo giusto che racconta la storia giusta nella maniera giusta proprio quando ne hai più bisogno, non è una gran bella soddisfazione?
Una prosa che mi ha incantata, forse ancor più della storia narrata che, comunque, ha davvero il suo perché. 
Non è la storia, comunque, che fa di questo libro un gioiello; Cameron, autore di Un giorno questo dolore ti sarà utile, nella prefazione spiega molto bene perché Cassandra al matrimonio non è un libro qualunque ma un gran bel libro e io, seppure sia meno famosa e decisamente parecchio meno influente di Cameron, la penso esattamente come lui. I temi trattati possono forse essere considerati un po' "pesanti" (passatemi il termine). Certo, leggere della possibilità di un incesto e dell'omosessualità negli anni '60 non è forse considerabile una lettura leggera, eppure la Baker tratta tutto con così tanta professionalità che non ci si accorge neanche di aver terminato il libro. Per darvi un'idea, vi dico solo che ho aperto il libro pensando "leggo un paio di pagine e vado a pranzo" e alle 5 di pomeriggio ero ancora lì, sul letto, senza neanche avvertire la necessità di bere un bicchiere d'acqua. L'aspetto che forse più di tutto il resto rende questo libro un gran bel libro è il modo in cui la Baker ha deciso di strutturarlo; la prima e l'ultima parte sono narrate dal punto di vista di Cassandra, con un linguaggio che non lascia tanto spazio all'immaginazione: una personalità graffiante e irruente trova espressione in un uso della lingua sincero e al contempo aggressivo. La parte centrale, invece, è narrata dal punto di vista di Judith, un personaggio più equilibrato che la Baker contraddistingue rendendo la prosa più fluida e pacata. Insomma, io l'ho adorato. Dico davvero.

2. Il commesso (The Assistant) di Bernard Malamud.

Credo che Bernard Malamud non abbia bisogno di grandissime presentazioni da parte mia che, diciamolo, non sono praticamente nessuno nel panorama letterario. Cioè, dai, la mia opinione conta quanto quella del vecchietto che nel bar sotto casa mia si lascia andare in commenti arditi sulla formazione dell'Atletico Madrid.
E, seppure la mia opinione non conti poi molto, sento comunque di consigliare Il commesso come lettura da fare quando volete stare bene. Sì, è vero, è forse una storia un po' triste ma la prosa, signori, la prosa! 
Il disarmante realismo che trasuda dalle parole di Malamud è una delle cose più belle in cui potete imbattervi. 
Una storia d'amore ma anche una riflessione sulla propria identità e sulle proprie origini, uno spaccato tremendamente realistico sulla povertà degli anni '60, in una Brooklyn che fa i conti con gli inizi della globalizzazione e della modernità.
E Frank Alpine, il commesso da cui il romanzo prende il nome, che personaggio meraviglioso è? Bernard, devo proprio dirtelo, mi hai scaldato il cuore con questo capolavoro, dico sul serio. Ed è una cosa che non tutti riescono a fare, mio caro Bernard, fino a ora sono stati in pochi a riuscirci. 
Bello, davvero, ma anche triste. Da leggere quando siete un po' malinconici e avete bisogno di riacquistare fiducia nell'essere umano. Malamud, credetemi, ci riesce egregiamente. Quando lo recensii (qui) paragonai la tristezza di questa storia all'umidità. Mai paragone fu più azzeccato. Dopo tempo, continuo a pensarla così. Malamud, cacchio, sei bastardo proprio come l'umidità.